“Allora, lo abbiamo sentito, con l’alta velocità arriviamo a Reggio Calabria…”; lo abbiamo ascoltato nel TG2 Post del 7 Luglio. Nella puntata dal titolo "Impresa Italia" si parla, al minuto 15, di 300 miliardi di investimento per le Grandi Opere che permetteranno di ridurre il divario infrastrutturale tra nord e sud del nostro Paese. “E poi i porti da Genova a Trieste, con relativa logistica”; nessun accenno ai grandi porti del Sud, come quello di Gioia Tauro. Probabilmente il Governo li ha “promossi” a semplici porti turistici.
Poi si passa, ovviamente all'argomento caldo: da decenni ormai si parla di Ponte sullo Stretto di Messina, della sua importanza strategica, dei benefici che porterebbe non solo a Sicilia e Calabria, ma a tutta Italia (in realtà anche l’UE riconosce l’importanza del Ponte). Puntualmente vediamo in TV gente (giornalisti, opinionisti, tecnici), più o meno “preparata” sull’argomento, affermare che il ponte va fatto perché è strategico, darebbe uno slancio al Sud. Ne discutono come se fosse la cosa più ovvia del mondo, con leggerezza; tutti sembrano essere d’accordo ma, come ben sappiamo, del Ponte “reale” non c’è la minima traccia, solo chiacchiere!
Nella discussione sugli “indubbi” benefici del Ponte, puntualmente gli “esperti” non perdono l’occasione per tirar fuori qualche bel luogo comune sul Sud: ormai siamo abituati a questa tecnica di comunicazione che quasi ci aspettiamo quelle solite becere battutine.
Interviene prima Pietro Salini, classe 1958, nato a Roma. Si laurea in Economia e Commercio presso l’Università La Sapienza di Roma, e nel 1987 entra a far parte dello storico gruppo di famiglia, assumendo diversi ruoli. CEO di Webuild (precedentemente Salini Impregilo) dal luglio 2012.
Poi è il turno di Fabio Tamburini, classe 1954, nato a Milano, laureato in Giurisprudenza, è direttore de Il Sole 24 Ore, Radiocor e di Radio24 dal 2018.
Dagli interventi emerge la necessità della realizzazione di questa grande opera di cui si discute, ormai, da troppo tempo. Durante la discussione vengono lanciati anche dei chiari messaggi, i quali ormai fanno parte di un linguaggio consolidato, da anni ormai, all’interno dei programmi TV. Spesso non facciamo più caso a questi continui richiami, ma il messaggio che viene trasmesso arriva benissimo al telespettatore, e gli esperti di comunicazione questo lo sanno.
Salini: “Noi dobbiamo dare al sud delle occasioni di crescita, non possiamo pensare che l’unico datore di lavoro [al Sud] sia il malaffare”. Il messaggio che arriva al telespettatore è che, attualmente, chiunque lavora al Sud lo fa attraverso il malaffare.
Tamburini: “Le grandi opere sono importanti, anche perché hanno un valore simbolico. […] Tutto il Paese cresce anche con le opere che non hanno un richiamo particolare”. Qui il direttore pone l’attenzione sul “valore simbolico” delle grandi opere, le quali vanno realizzate anche se non portano un “richiamo” (economico?) particolare. Vari studi, però, hanno dimostrato che il Ponte porterebbe un ritorno economico importante nell’arco di pochi anni. Di questo aspetto il Direttore del Sole 24 ore non fa cenno.
Poi si lancia in un “esempio” alquanto bizzarro: “non possiamo andare in poche ore da Milano a Reggio Calabria e poi mettercene 20 per andare da Milano verso il nord-ovest o il nord-est; gli esempi che ho fatto sono puramente casuali”. Non solo gli esempi fatti da Tamburini sono puramente casuali, ma rappresentano l’esatto opposto della realtà dei fatti. Perché il Direttore ha scelto di fare un esempio che ribalta la realtà? Quale messaggio è stato percepito dal telespettatore?
alle tecniche di comunicazione adottate quotidianamente in TV… è importante!