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Conti Pubblici Territoriali: Evidente La Sottrazione Di Risorse Al Sud

4800 euro pro-capite in meno per i cittadini del Sud: dove potrebbero essere utilizzati?

Scritto da MeridionLine a Luglio 2021   | Economia Politica Sapevi che #FakeSud #salute #pnrr #criteriStorici #CPT

Ogni anno il Sistema dei Conti Pubblici Territoriali pubblica i dati relativi alla Spesa Pubblica Allargata; entrate ed uscite di ogni singola regione suddivise per settore di intervento, soggetti responsabili delle spese e tipologia di spesa.

A Luglio scorso sono stati pubblicati i dati relativi al 2019, da cui si evince immediatamente che lo Stato ha speso, in media, 17.691 euro per ogni cittadino. Il totale della Spesa Pubblica ammonta a più di 1000 miliardi di euro, ripartite secondo i seguenti settori di intervento:

meridionline conti pubblici territoriali Settori di intervento SPA - CPT

Vediamo che il totale della spesa dello stato viene suddivisa in 10 settori: politiche sociali (37,81%), sanità (11,46%), amministrazione generale (10,08%), reti infrastrutturali (9,6%), opere pubbliche e attività produttive (9,58%), servizi generali (7,89%), cultura e conoscenza (7,06%), mobilità (4,05%), ambiente (1,46%) ed acqua (1,02%).

Quanto si è speso nelle regioni per ogni cittadino?

Un dato molto interessante è la suddivisione di queste spese, ripartita per regione. Il Sistema dei Conti Pubblici Territoriali (CPT), infatti, mostra i dati della spesa pro-capite ripartita per regione. Sul sito dei CPT troviamo una rappresentazione basata su dei quadrati, ma a nostro avviso la rappresentazione che meglio evidenzia il dato è data da un classico grafico a barre:

Risulta evidente che esiste una grandissima variazione della spesa pubblica pro-capite fra le varie regioni. La Valle d’Aosta ha speso più di 27.400 euro per ogni singolo cittadino, mentre la Campania ne ha spesi meno della metà, circa 13.200 euro.

Al di là delle differenze fra le singole regioni, si nota immediatamente che le regioni del Sud si trovano quasi tutte nella parte bassa di questa “speciale classifica”. Infatti se facciamo la media della spesa pro-capite delle regioni del Nord, Centro e Sud, la differenza è molto evidente:

Quindi le regioni del Nord hanno speso, nel 2019, mediamente circa 20.500 euro per ogni cittadino, mentre le regioni del Sud ne hanno speso mediamente 15.700 euro: una differenza di circa 4.800 euro a persona.

Ma a cosa è dovuta questa grande differenza della spesa pubblica? Le voci che compongono il totale sono molteplici, ognuna con dei criteri di ripartizione specifici ed a volte abbastanza “fantasiosi” o poco equi. Non mancano, infatti, le polemiche riguardanti proprio i criteri di ripartizione dei fondi. Per esempio, il criterio per la ripartizione dei fondi per gli asili nido non tiene conto del numero di bambini presenti su un determinato territorio. Allora si arriva a situazioni in cui si spendono, per le politiche sociali, circa 4.900 euro pro-capite in Campania contro i 6.900 euro per ogni cittadino lombardo. Domanda: “chi ha più bisogno delle politiche sociali? Il cittadino campano o quello lombardo?

Spesa media nell’ultimo decennio

Sul portale CPT sono presenti anche i dati storici. Vediamo quindi qual è stato il trend di spesa pubblica (media) degli ultimi 10 anni, nelle regioni del Nord, Centro e Sud:

Purtroppo è evidente come questa iniqua ripartizione della spesa pubblica sia “stabile” nel tempo. Le regioni del Sud, da diversi anni ormai, ricevono meno fondi pubblici rispetto al resto del Paese. SVIMEZ, EURISPES e Corte dei Conti, hanno certificato una sottrazione di circa 860 miliardi di euro ai danni del Sud negli anni che vanno dal 2001 al 2017. Negli anni successivi al 2017 la situazione non è cambiata, anzi sembra essere peggiorata!

Probabili cause

Probabilmente le cause sono molteplici e vanno ricercate andando parecchio indietro nel tempo. Infatti, storicamente, gli investimenti pubblici al Sud non sono stati proporzionali alla quota di popolazione. Il Sud, infatti, riceve il 28% degli investimenti a fronte di una quota di popolazione del 34% residente a Sud. La Comunità Europea ha già più volte richiamato l’Italia per il mancato rispetto della quota del 34% di investimenti pubblici al Sud.

Altro aspetto da considerare è la ripartizione dei fondi per i servizi basata sul criterio della spesa storica, la quale favorisce fortemente le regioni del Nord. Infatti, in base a questo criterio, la ripartizione dei fondi NON avviene considerando le reali necessità del territorio, ma bensì in base alla quota di fondi ricevuta in passato. Se quindi una regione, negli anni passati, ha ricevuto più fondi per l’attuazione di un determinato servizio (istruzione, servizi sociali, ecc…), continuerà a riceverne di più. In questo modo, il divario socio-economico-infrastrutturale non potrà far altro che aumentare!

Anche la mancata applicazione dei LEP (livelli essenziali delle prestazioni) penalizza fortemente il Sud. Spesso nelle regioni meridionali i livelli dei servizi minimi sono ben al di sotto della media nazionale. La definizione dei LEP garantirebbe (o almeno l’intento è quello) a tutti i cittadini un livello essenziale minimo dei servizi basilari. La definizione dei LEP, però, non è mai stata portata a termine. La legge sul federalismo fiscale (legge 42/2009), proposta dal leghista Calderoli, prevede la definizione dei LEP, ma dal 2009 “non si è riusciti”, dopo 20 anni, ancora a definirli. Probabilmente perché la definizione dei LEP costringerebbe il Governo ad erogare più fondi alle regioni del Sud per l’implementazione dei servizi minimi, attualmente molto carenti o totalmente assenti.

Per un approfondimento sull’argomento, consigliano il libro Zero al Sud di Marco Esposito.

Perequazione? Si, ma non troppo…

La perequazione è un principio fondamentale previsto dalla nostra Costituzione: chi ha più possibilità deve contribuire in quantità maggiore. La legge attuativa del federalismo fiscale, infatti prevede il Fondo di Solidarietà Comunale: “ai fini dell'assegnazione ai comuni del gettito IMU di loro spettanza in forma territorialmente equilibrata”. In pratica i Comuni più ricchi devono (dovrebbero), secondo la legge, aiutare i Comuni più poveri. Peccato però che i comuni più ricchi hanno chiesto ed ottenuto uno “sconto”; infatti la perequazione completa si arriverà con tempi molto blandi, nel 2030.

La legge fiscale del 2019 prevede “un percorso molto più graduale del meccanismo perequativo, la cui applicazione a regime, con il raggiungimento del 100% della perequazione, è stata posticipata all'anno 2030 (in luogo dell'anno 2021 prima previsto). Si prevede, in particolare, un incremento del 5 per cento annuo della quota percentuale del Fondo da distribuire tra i comuni su base perequativa, a partire dalla percentuale del 45 per cento fissata per il 2019 (e quindi, 50% nel 2020, 55% nel 2021, ecc.), sino a raggiungere il valore del 100% a decorrere dall'anno 2030”.

Insomma, non c’è fretta, i comuni poveri posso attendere ancora qualche anno ciò che gli spetta per legge!

4800 euro pro-capite: cosa ci fareste?

Quindi, come ogni anno, nell’indifferenza generale, il portale dei Conti Pubblici Territoriali certifica una differenza di spesa sostanziale: 4800 euro a persona. Vista la grave situazione socio-economico-infrastrutturale in cui versa il Sud, questo dato avrebbe dovuto innescare critiche, dibattiti pubblici, approfondimenti; nulla di tutto ciò. Ogni anno questo dato sconcertante passa totalmente inosservato, ignorato.

I cittadini del Sud conoscono bene le problematiche del proprio territorio e sapere che questi disagi potrebbero essere causati da questa ingente sottrazione di risorse, potrebbe creare qualche malumore.

Con quei 4800 euro a persona si potrebbero sistemare strade, ospedali, scuole, trasporti, telecomunicazioni, ecc..

Se doveste “investire” questi 4800 euro…

…in quale opera pubblica o servizio pubblico del vostro territorio li investireste?


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Carlo   -   30 Luglio 2021 La mia quota di 4800 euro la investirei nella "strada della morte", la SS106 I fondi per la ss106 vennero usati per pagare le multe sulle quote latte degli allevatori padani, e la gente continua a morire su quella strada maledetta

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