Dall’agenzia di stampa Italpress apprendiamo che ieri (22 Giugno) si è svolto a Roma, presso la sede del Dipartimento per gli Affari regionali e le autonomie, un incontro tra il ministro Mariastella Gelmini e i presidenti delle Regioni Lombardia, Attilio Fontana, Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, Veneto, Luca Zaia, Piemonte, Alberto Cirio, Toscana, Eugenio Giani, e Liguria, Giovanni Toti. Presente anche il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga. Al centro del confronto l’autonomia differenziata.
Noterete subito la completa assenza dei Presidenti delle Regioni del Sud! Sembra una riunione di “cartello”, il ministro Gelmini discute di una questione importantissima, al centro di numerose polemiche, esclusivamente con una parte del Paese: ma vi sembra una cosa sensata?
Infatti le contestazioni al DDL sull’autonomia differenziata vertono, appunto, sul rischio che questa la “legge quadro” (un accordo fra Governo e le Regioni) contribuisca and ampliare ulteriormente il divario fra le Regioni del Nord e quelle del Sud. La Gelmini, che da mesi sta lavorando “sotto banco” con i Presidenti di Regione del Nord, ingenuamente (o con estrema malizia) si riunisce esclusivamente con loro, dando così una conferma “implicita” ai sospetti di molti. Come mai non erano presenti all’incontro i Presidenti del Sud?
I Presidenti del Nord, al termine dell’incontro lo definiscono “positivo, utile e costruttivo”: certo, era presente solo una parte (quella maggiormente “coinvolta”) del Paese!
Ovviamente non mancano le rassicurazioni; i Presidenti delle Regioni settentrionali fanno sapere che “la loro richiesta di autonomia rappresenti un’opportunità per l’intero Paese, favorendo l’accelerazione nella definizione sia dei fabbisogni standard che dei Livelli essenziali delle prestazioni (Lep)”.
Sembrerebbe un tentativo di “smussare” i molti spigoli vivi che questo tentativo di riforma presenta, ma se davvero l’autonomia rappresenta un bene per l’intero Paese, perché a discuterne era presente solo una parte? I governatori intervenuti alla riunione “assicurano” che con l’autonomia differenziata verranno applicati i LEP; ma perché non farlo PRIMA? I LEP sono fermi (insabbiati diremmo) da ben 21 anni: perché dovremmo fidarci del fatto che, subito dopo aver approvato questo DDL “con moltissime ombre”, i LEP verranno applicati in tempi brevi?
A conclusione del comunicato si legge una “bella ventata di positività” (ma per chi?): “Tutti i partecipanti all’incontro – ministro e presidenti di Regione – si augurano un percorso spedito del disegno di legge: il governo decida in tempi rapidi per consentire al ddl di poter avviare presto il suo iter Parlamentare prima della fine della legislatura.”
Insomma, c’è fretta: vogliono portare a casa l’obiettivo entro il termine della Legislatura.
Tutta questa FRETTA non è affatto rassicurante; in passato abbiamo visto come molti provvedimenti “indecenti” siano stati approvati in fretta e furia agli sgoccioli della Legislatura, o magari poco prima della prevedibile caduta del Governo.
Ci aspettiamo una sonora reazione da parte dei Presidenti delle Regioni del Sud: non è concepibile che si discuta di una questione così delicata e controversa, che rischia di spaccare un due il Paese, con la totale assenza dei rappresentanti della parte “più debole”, cioè i rappresentanti del Sud!
Quando vedremo, finalmente, i Presidenti del Sud tirare fuori gli “attributi” ed iniziare a farsi rispettare? Bisogna che essi abbandonino le logiche di partito ed inizino ad interessarsi dei diritti e del bene dei propri cittadini, pensando soprattutto alle future generazioni!
Insomma, non c’è da stare sereni: il CARTELLO DEL NORD è attivissimo; i Presidenti del Sud appaiono abbastanza “assopiti” e “distratti”: a cosa pensano? Se non si attivano immediatamente sarà troppo tardi!