Il Ministero della Pubblica Amministrazione, attraverso il Dipartimento della Funzione Pubblica, emette un Concorso pubblico per il reclutamento a tempo determinato (durata 36 mesi) di 2.022 posti di personale non dirigente (Area III – F1) che si occuperà degli aspetti previsti dalla politica di coesione dell'Unione europea e nazionale.
Il Bando pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 15 Ottobre e con scadenza il 15 Novembre, prevede l’assunzione delle seguenti unità:
I vincitori saranno destinati ad autorità di gestione, organismi intermedi e soggetti beneficiari delle politiche di coesione delle regioni del Sud, con le seguenti assegnazioni:
Il bando è disponibile sul sito Concorsi e Riqualificazione PA e sul sistema «Step-One 2019» messo a disposizione da Formez PA.
L’invio della domanda deve avvenire unicamente per via telematica, attraverso il sistema pubblico di identità digitale (SPID), compilando l'apposito modulo elettronico sul sistema «Step-One 2019», previa registrazione del candidato sul sistema. Per partecipare al concorso il candidato deve possedere un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) a lui intestato.
La registrazione, la compilazione e l'invio on line della domanda di partecipazione dovranno essere completati entro le ore 14.00 del 15 novembre 2021.
Il primo concorso per 2800 tecnici al Sud del ministro Brunetta (ve lo ricordate: voleva rimuovere le “conurbazioni Napoli-Caserta e Calabria perché sono un cancro per l’Italia”) si era rivelato un autentico FLOP: le assunzioni previste erano 821, meno di un terzo dei posti a bando.
Le Amministrazioni del Sud, com’è noto, sono fortemente “sottostaffate”: uno studio ha stimato una carenza di circa 5000 dipendenti pubblici nelle regioni del Sud. Il flop del primo concorso è stato davvero un colpo basso per il Sud: il tempo stringe. L'associazione Recovery Sud, composta da più di 500 Sindaci Meridionali, ha subito lanciato l’allarme, rivolgendosi direttamente alla Comunità europea.
Anche la petizione presentata dall’Europarlamentare Piernicola Pedicini è stata dichiarata “ricevibile” da Bruxelles, accendendo di fatto un faro sulla distribuzione dei fondi del Pnrr e su come il governo italiano sta agendo per il conseguimento dell'obiettivo dell'eliminazione del divario Nord-Sud.
Se non si dotano le amministrazioni del Sud di personale tecnico qualificato in breve tempo, il Sud non riuscirà ad intercettare i bandi del PNRR e si otterrà l’effetto contrario a quello desiderato dall’Europa: i comuni ricchi vinceranno i bandi, riceveranno altri fondi; i comuni poveri non riusciranno ad aggiudicarsi i fondi, non riceveranno un bel nulla. In questo modo si rischia davvero di ottenere l’effetto contrario: anziché ridurre il gap socio-economico-infrastrutturale tra Nord e Sud verrà ampliato.
Il giornalista Marco Esposito ha pubblicato oggi su “Il Mattino” un articolo dal titolo: “Il bando per gli asili nido ha aumentato il divario a danno del Mezzogiorno”. Si legge che l’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB) (quindi un organo dello Stato) ha rivolto una accusa pesante nei confronti del bando da 700 milioni per gli asili nido, affermando che i criteri imposti rischiano di ampliare le disparità territoriali.
Esposito fa l’esempio calzante di Milano e Torino, le quali “sono state inserite nell'elenco del Comuni svantaggiati e grazie al punteggio extra per chi cofinanzia l'iniziativa Milano per esempio ha scavalcato Venafro mettendo sul piatto 3 milioni di tasca propria contro i soli 3mila euro del centro molisano, bocciato quindi perché povero. E così Milano riceverà i soldi del Pnrr destinati a ridurre i divari territoriali, mentre i piccoli di Venafro resteranno nei prefabbricati.”
Nella relazione dell’intervento di Alberto Zanardi, membro del Consiglio dell’UPB, si legge: “Criteri di ripartizione efficaci dovrebbero favorire maggiormente quei territori in cui si registrano i maggiori ritardi dall'obiettivo. L'analisi mostra, però, risultati opposti rispetto a quanto atteso”.
L’Upb ha analizzato le domande dei 2.082 Comuni che hanno fatto richiesta, evidenziando una assegnazione dei fondi alquanto discutibile: “I Comuni che hanno presentato la richiesta di fondi nonostante avessero già una copertura di asili nido superiore all'obiettivo europeo del 33% sono quasi un quarto del totale (23,6%) e nell'elenco dei vincitori salgono al 27,5% con un picco proprio tra le aree non svantaggiate: il 35,2%. In pratica per effetto del bando aumenteranno i divari a danno del Mezzogiorno” dice Esposito.
Partenza con il botto direi..risultati opposti alle attese #asilinido #sud #pnnr Analisi a cura di @upBilancio Oggi @MeMeEsposito sul @mattinodinapoli Occorre correggere subito e rivedere i criteri! @pdnetwork @EnricoLetta pic.twitter.com/JxQKC6s6WC
— Antonio De Luca (@antodeluca27) October 21, 2021