La Sezione IV del Consiglio di Stato, con la sentenza n. 4802 del 23 giugno 2021, ha annullato di fatto l'ordinanza numero 15 del 2020 del Sindaco della Città di Taranto Rinaldo Melucci, la quale imponeva ai gestori dell’ex-ILVA l'individuazione e il superamento delle criticità derivanti da fenomeni emissivi dello stabilimento siderurgico.
Il gestore Arcelor Mittal Spa e il proprietario Ilva Spa in amministrazione straordinaria, avevano presentato due appelli-gemelli per cui erano stati previsti una serie di atti istruttori da compiersi entro lo scorso 7 Ottobre.
Trascorso tale termine, il TAR di Lecce, con sentenza n.249/2021, affermava che il termine per "procedere a ulteriori accertamenti e verifiche al fine di individuare preliminarmente le anomalie di funzionamento" deve ritenersi "ormai irrimediabilmente decorso".
Con la sentenza n.4802/21 i Magistrati del Consiglio di Stato hanno infatti disposto l'annullamento della sentenza del Tar di Lecce ed annullato l’ordinanza di spegnimento dell'area a caldo dello stabilimento di Taranto e di fermata degli impianti connessi. Il nuovo gestore Acciaierie d'Italia potrà proseguire l’attività produttiva con regolarità.Lascia davvero molto perplessi la sentenza del Consiglio di Stato, soprattutto a seguito delle recenti vicende giudiziarie penali e di una sentenza di condanna dell'Italia da parte della Corte Europea dei Diritti Umani (relativa però alla precedente gestione dello stabilimento).
Il Consiglio di Stato infatti, pur senza negare la grave situazione ambientale e sanitaria da tempo esistente nella città di Taranto, consente la prosecuzione dell’attività produttiva, non essendosi evidenziato un pericolo "ulteriore" rispetto a quello ordinariamente collegato allo svolgimento dell'attività industriale.
Non a caso la nuova valutazione danno sanitario (VDS) certifica un elevato rischio cancerogeno in relazione all’attuale autorizzazione integrata ambientale (A.I.A.) che prevede un limite di 6 milioni di tonnellate/anno per l’azienda. Sono emersi anche i gravi effetti neurotossici di piombo ed arsenico sui bambini di Taranto che vivono nei pressi del polo siderurgico.
A Genova l’area a caldo era stata chiusa per salvaguardare la salute dei genovesi. La produzione era stata spostata a Taranto. Oggi, invece, “non si riescono a trovare” evidenze degli effetti sulla salute dei tarantini…