Al termine della 38° Assemblea annuale dell’ANCI (Associazione nazionale Comuni Italiani) tenutasi a Parma dal 9 all’11 Novembre scorso, è sicuramente emersa una questione fondamentale per il futuro del nostro Paese: moltissimi comuni (soprattutto del Sud) sono in forte difficoltà nell’attuazione del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).
Volendo possiamo sintetizzare questi 3 giorni di incontri con una frase pronunciata dal Presidente del Consiglio Mario Draghi ai sindaci:
“il successo del PNRR è nelle vostre mani!”.
VERO: i comuni svolgeranno un ruolo fondamentale nella realizzazione del PNRR. Ma cosa succede se molte Amministrazioni (soprattutto al Sud) non hanno gli strumenti e soprattutto il personale necessario per la realizzazione dei progetti previsti dal PNRR?
Il premier continua dicendo che "a pochi mesi dall'approvazione del Piano da parte della Commissione Europea, siamo pienamente nella sua fase di attuazione. Nelle prossime settimane il Governo ha in programma una serie di incontri in molte città italiane per confrontarci sulla sua realizzazione. Abbiamo già approvato 159 progetti di rigenerazione urbana su cui investiamo 2,8 miliardi […]. Oggi si apre una nuova fase per l'Italia e per i suoi quasi 8.000 Comuni. Un'occasione di sviluppo, progettazione, idee, che dobbiamo essere pronti a cogliere per i nostri cittadini e per le generazioni future […]. Comuni e Città Metropolitane dovranno amministrare quasi 50 miliardi di euro come soggetti attuatori del PNRR. Dalla transizione digitale a quella ecologica; dagli investimenti nella cultura all'edilizia pubblica; dagli asili nido al sostegno agli anziani più vulnerabili”.
Il Sindaco di Bari e Presidente ANCI, Antonio Decaro, nel suo discorso conclusivo si ritiene soddisfatto perché, a detta sua: “tutte le richieste dei Sindaci sono state accolte”. Nel suo discorso, però, solleva una questione fondamentale: appunto la difficoltà dei Comuni nel redigere ed attuare i progetti del PNRR. E ti pare poco?
Fa’ timidamente intendere che fino ad oggi i Comuni del Sud sono stati penalizzati: “l’Italia prima della pandemia non era abbastanza GIUSTA […] vogliamo lavorare per un paese più forte, più giusto, più verde e più sostenibile!”. Propone di snellire le procedure per la gestione dei progetti del Piano, rafforzamento delle competenze amministrative, parla delle difficoltà dei comuni in dissesto e pre-dissesto. Poi affronta il punto dolente e cioè la campagna di reclutamento (che per il Sud diventa straordinaria ed a tempo, si capisce) del Ministro Brunetta: “crediamo sia un po’ complicata”. Troppo “timido” Decaro poiché il il prima bando per i 2800 tecnici mancanti a Sud è stato un clamoroso FLOP!, e chi ne pagherà le conseguenze sono, come al solito, le Amministrazioni del Sud.
Il presidente di ANCI Sicilia, Leoluca Orlando, attraverso un comunicato ufficiale, fa sapere che la situazione in molti comuni siciliani è tragica!
Nella nota di ANCI Sicilia, rilasciata a conclusione dell’Assemblea, si legge che “sono emerse, in tutta la loro gravità, le forti criticità finanziarie e di personale ripetutamente rappresentate al Governo e al Parlamento nazionali nei mesi scorsi […]. La gravità della situazione consiste nella impossibilità di approvare i Bilanci per 250 su 391 Comuni siciliani, la cui restante parte ha già dichiarato il dissesto o è già sotto Piano di riequilibrio finanziario”. Ben 250 sindaci siciliani minacciano le dimissioni perché “sono di fronte a una crisi di sistema drammatica e così vasta che prescinde dalle questioni amministrative e gestionali e dagli orientamenti politici. E’ altresì emersa una condizione di impossibilità ad offrire servizi adeguati ai cittadini ed a realizzare investimenti specie in vista dell’attivazione delle risorse del PNRR”.
Qualche giorno fa anche il Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, in una intervista su “Repubblica” aveva denuncia lo stato di abbandono da parte dello Stato della città di Napoli, la mancanza di tecnici per la gestione dei prossimi bandi del PNRR e lo stato disastroso dei bilanci del Comune. L’articolo venne vergognosamente ed abilmente strumentalizzato in salsa filopadana.
Il successo del Piano di Rilancio dipenderà dalle capacità di investimento dei Comuni. Ma i Comuni italiani sono fortemente indeboliti. Se non si rafforzano, i rischi sono grandi…
— Gianfranco Viesti (@profgviesti) November 12, 2021
Oggi 12/11 su Messaggero e Mattino pic.twitter.com/32f4eYm9VM