Dal punto di vista artistico non ci sono dubbi: “Volevo fare la rockstar” è un album magnifico! L’ultimo capolavoro di Carmen Consoli sembra davvero racchiudere tutta la sua storia, a partire dalla sua famiglia, dall’amore per la sua terra ed i suoi valori fondamentali.
"Quali indicibili oltraggi avevano in serbo i fratelli italiani.
Noi che per i criteri lombrosiani eravamo animali.
A mio nonno tremava la voce se parlava di certe cose.
Una parte di storia deve cambiare per tornare a sperare.
E le domeniche in campagna a raccogliere le olive
Le scale in legno e le galosce.
E noi bambini a briglie sciolte eravamo i briganti.
In fuga dalle camicie rosse... "
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In una bellissima intervista al Rolling Stones, l'artista ci spiega perchè ha deciso di scrivere quei versi: "Al di là di una carta utile a non ripetere gli stessi errori per me la storia è fondamento di identità, è importante conoscere la storia del proprio popolo, le proprie radici, il presente dove io coltivo per il futuro: la prospettiva esiste solo unendo il presente al futuro dopo aver conosciuto il passato. Nella mia famiglia ci è molto cara la questione meridionale, i nonni e i bisnonni ci raccontavano cose che sono accadute in Italia 160 anni fa, che oggi sono scritte in un certo modo, forse noi a sud cambieremmo atteggiamento verso la vita e smetteremmo di sentirci come il carro trainato dal resto della nazione se questa storia fosse riscritta così com’è realmente avvenuta. Siamo figli di una storia negata e questo ci crea un grande problema, è importante che alla storia vera sia data dignità, bisognerebbe ad esempio iniziare a parlare dell’Unità d’Italia e di quali sacrifici sono stati fatti perché avvenisse, parlare di come il sud ha aiutato a creare la ricchezza nel nord e come il nord oggi dovrebbe provare almeno un po’ di gratitudine, così come il meridione la prova per il settentrione [...]"
La cantante sottolinea quanto sia assurdo che ancora oggi esista un muso dedicato a Lombroso: "Eravamo la palla al piede d’Italia, la vergogna d’Italia, non c’era scritto da nessuna parte che eravamo stati la terza potenza europea, per non parlare poi di cose come essere sciolti nell’acido, o considerati inferiori da Lombroso per la circonferenza della nostra scatola cranica – e a gente come questo hanno dedicato un museo".
Prendendo come esempio la sua stessa famiglia (madre veneta, padre siciliano), fa riferimento alle dinamiche nazionali: "Io ho visto nella mia famiglia il pregiudizio della parte veneta mutarsi in abbraccio, come se a casa mia si fosse creata una piccola Italietta alternativa. Qualcuno ci dovrebbe chiedere scusa ma non vogliamo scuse, però almeno sarebbe bello chiarire una parte storica: io la penso come Gramsci, è una vicenda che non va archiviata, è importante. Oggi le cose sono un po’ cambiate, penso al fatto che tutti vanno in Salento e sembra non vedano l’ora di andarci ogni volta: l’uomo tanto può quanto sa, sapere le cose, studiare, conoscere la storia e le persone, viaggiare, essere socratici in qualche misura aiuta a superare il pregiudizio".
Carmen Consoli ha sempre avuto a cuore la storia della sua terra, la Sicilia. Qualche tempo fà aveva detto: "Sono andata oltre la storia ufficiale. A quel tempo in Sicilia ci vergognavamo di essere siciliani, nascondevamo il dialetto e l'accento, ci sentivamo inferiori. Poi ho capito com'è stata fatta l'unità d'Italia, chi ci ha perso e chi ci ha guadagnato. E sono diventata orgogliosa del mio essere una donna del Mezzogiorno".
Sempre più spesso si vedono artisti raccontare la storia dell'unità d'Italia da un punto di vista diverso da quello "ufficiale". Un vero artista che venga a conoscenza di una storia negata e sofferta, sente dentro di se un senso di ingiustizia, il bisogno di comunicare al mondo intero quello che è realmente accaduto in un passato non troppo remoto. Siamo figli della nostra storia; fare luce sugli avvenimenti del Risorgimento italiano è il primo passo per la rinascita del Mezzogiorno e per restituire il sentimento di Orgoglio ai cittadini del Sud, come nel caso di Carmen Consoli.
In questo modo, forse, la nostra nazione risulterebbe finalmente più unita.